La dermopigmentazione, come dice il nome stesso, è una tecnica di colorazione cutanea semipermanente che può essere usata per definire o riempire le sopracciglia, ma anche per ricostruire il contorno labbra o il contorno occhi (eye liner).
La dermopigmentazione viene utilizzata anche per la correzione delle cicatrici, per la ricostruzione dell’areola mammaria (ad esempio dopo interventi al seno).
La dermopigmentazione somiglia al tatuaggio decorativo?
È vero che anche la dermopigmentazione è una tecnica di inserimento di colore sottopelle mediante strumenti da taglio o con aghi, con l’intento di farli durare a lungo – tuttavia vi sono notevoli differenze.
1. Prima di tutto i colori utilizzati sono diversi. La dermopigmentazione fa uso (per legge) di pigmenti semipermanenti anallergici, perlopiù organici a base minerale e quindi riassorbibili. Nei tatuaggi, invece, si impiegano pigmenti spesso a base metallica, sicuramente più duraturi, ma che virano al blu/verde o viola con il tempo. Questi ultimi hanno un costo nettamente inferiore rispetto a quelli per la dermopigmentazione.
2. Lo strumento usato nella dermopigmentazione è più leggero e quindi più pratico da maneggiare, ma di potenza inferiore rispetto a quello per il tatuaggi. Nemmeno gli aghi impiegati sono gli stessi, quelli per la dermopigmentazione sono più sottili.
3. Infine, la tecnica richiede due tipi di manualità differenti. In entrambi i casi non ci si può improvvisare professionisti. Sia per la dermopigmentazione che per il tatuaggio occorrono corsi e certificazioni ad hoc, da verificare prima di incorrere in spiacevoli sorprese.
Certamente questa tecnica permette di essere sempre in ordine e al giorno d’oggi è una cosa molto importante.